il paese dell'orso
Il paese di Prossenicco, piccola frazione del Comune di Taipana, sorge a 550 metri sul livello del mare, a mezza costa del versante sud del monte Ostra Cras, a valle del quale scorre il torrente Lerada/Legrada, affluente del più famoso Natisone. Il panorama che si apre dal paese comprende due paesini sloveni, il dirimpettaio Robedischis/Robidiščee, sulla pendice opposta della valle del Lerada, e l'appena più lontano Longo/Logje, oltre che numerosi monti la cui visuale inizia a destra col monte Joanaz, proseguendo con il monte Mia, il monte Nero/Krn e per finire con la catena del monte Stol.
Monte Stol
Prossenicco
Al confine Italo/Sloveno, distante poco più di 1 km, si arriva camminando sull’unica strada che attraversa il paese fino a raggiungere il ponte Vittorio, diviso in due dalla linea di frontiera.
In paese c’è la chiesa di San Leonardo, patrono di Prossenicco, sorge a metà paese. Al suo interno si può ammirare la statua di una pregevole madonna lignea vestita. L’architettura è semplice ma perfetta e lineare. In origine, nel 1600, era una chiesetta in stile romanico, nel 1800 fu ampliata e assunse caratteristiche barocche. Di particolare interesse e valore artistico sono gli altari e il battistero, in marmo pregiato, le balaustre e le acquasantiere (di epoche diverse) scolpite in pietra. Pezzi di una vecchia acquasantiera sono stati recuperati tra un cumulo di macerie abbandonate dietro la chiesa e ricomposti. Il pezzo è esposto all’interno del museo della canonica.
Testimonianza delle abitazioni e del modo di vivere del passato è rimasta la casa nera. Era priva di acqua corrente, elettricità e camino e l’arredamento era composto da poche cose essenziali. E’ nera per il colore scuro delle mura interne, annerite, a partire da un metro da terra, dal fumo del fuoco acceso per scaldarsi e cucinare al centro della stanza principale, spesso l’unica. Il tetto era di paglia ed il fumo si faceva strada verso l’esterno attraverso gli interstizi delle porte e delle finestre. Nella casa nera per riuscire a respirare si doveva stare sempre seduti o chini. Quando il fumo si abbassava troppo, si era costretti ad aprire la porta, anche con freddo e neve. Al piano superiore c’era la camera da letto. Il nero a crostoni sulle pareti si vede ancora oggi, come ancora oggi si sente l'odore acre del fumo, come se il tempo si fosse fermato. La signora Maria (Meriza), l’ultima abitante della casa, ha vissuto 100 anni.
La raccolta museale è allestita presso la Canonica della Chiesa di San Leonardo, nelle cui stanze sono stati raccolti oggetti di uso quotidiano, legati alla vita agreste del paese, e le maschere del carnevale (Pust), come il Pejoner, il Plahuter, il Tabar e le Te liepe (quelle belle). Gli oggetti, risalenti ai primi anni del ‘900, testimoniano la storia movimentata di questi luoghi.
L’invenzione dell’orologio, punto di partenza di modi nuovi di percepire il tempo, dà vita
a una lunga storia, costellata da innumerevoli innovazioni, a cui hanno concorso tantissimi individui, ciascuno apportando contributi specifici secondo la propria intelligenza, inventiva, creatività, perizia tecnica, sensibilità artigianale. L’orologio di cui si va qui trattando è quello meccanico. È stato riportato alla luce questo grande meccanismo da torre che, dall’alto del campanile, nel mostrare a distanza il trascorrere delle ore, scandiva, con il profondo rintocco delle campane, il ritmo della vita e della comunità.
Uno dei più puliti e caldi fiumi alpini vi invita a tuffarvi in acqua, a nuotare e a stare sdraiati all’ombra. Il carattere impetuoso del fiume, che nasce a Breginjski Kot sotto la lunga cresta del monte Stol, crea numerosi tonfani, renai e vasche, ideali per fare il bagno, pescare e starsene pigramente sdraiati. D’estate la temperatura del fiume Natisone supera i 20 °C.
Il Nadiža, a cui la tradizione popolare attribuisce addirittura proprietà curative, ospita numerose specie endemiche di pesci d’acqua dolce del bacino adriatico come ad esempio le trote, le trote iridee e i cefali. Le rive e i renai in certi luoghi circondano i salici, che conferiscono al fiume un aspetto ancora più magico. La zona del Nadiža dove si forma una profonda vasca viene abbellita dal famoso Ponte di Napoleone attraverso il quale nel 18° secolo l’esercito francese avanzò dal Veneto verso la Carinzia. L’attuale ponte è stato ricostruito dopo la prima guerra mondiale sulle rovine del ponte originario.
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